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NASCITA DEL NUOVO CHAM

Una serata indimenticabile!

È necessario ammetterlo, negli ultimi tre anni la comparsa di Cham è stata molto rara e si è limitata a qualche occasionale interazione con famiglie durante il servizio della cena. Una, in particolare, grazie ad una progressiva curiosità manifestata da due famiglie amiche, ha dato spazio ai racconti di Cham per più di un’ora. Il coinvolgimento è stato tale che ha fatto dimenticare a tutti che avrebbero dovuto partecipare ad un concerto di musica classica.

Nel periodo estivo appena concluso, l’uso di Cham è stato molto limitato, qualche battuta, qualche curiosità, qualche libro dato in omaggio alle famiglie che hanno manifestato maggior interesse e curiosità, qualche chiamata alla cena aiutato dai bimbi con campanacci e imitazione di animali montani e con la grande soddisfazione di appellare i clienti: pelandroniiii… pelandroniii… avete bighellonato tutto il giorno su e giù per le montagne senza fare un soldo di lavoro e adesso avete il coraggio di mangiareee??? Pelandroniii, pelandroniii… nulla di più.

Fino però all’arrivo di due clienti molto particolari: una scrittrice di fama nazionale, Bianca GARAVELLI, e un artista di fama internazionale per le sue opere di scultura e di pittura futuristiche vendute in tutto il mondo, Michele RIZZI.

Per prima è arrivata la scrittrice, persona discreta, dolce e con fascino particolare emanante un che di misterioso. Venuta a Champorcher alla ricerca di spunti per la scrittura di thriller correlati alle opere di Dante Alighieri delle cui opere è una delle massime esperte a livello nazionale.

Inutile descrivervi la mia sorpresa nel momento in cui mi comunicava con semplicità la sua professione, tra l’altro molto variegata. Rivolta sì alla scrittura di intriganti romanzi (il più recente è Le terzine perdute di Dante pubblicato da Rizzoli BUR, un thriller in parte storico, con una parte ambientata nella Parigi del 1309, e una ai giorni nostri) e di saggi sulle opere di Dante (come l’Introduzione e il commento all’Inferno sempre per Rizzoli BUR) ma, anche, a recensioni di libri (per il quotidiano “Avvenire”) e all’insegnamento.

Un piacere sentirla parlare e conversare con i clienti dell’albergo. In modo particolare con uno dei clienti storici dell’albergo, certo Giovanni Bosco, “Joanin ad Valensa”, a sua volta dedito ad attività che lo impegnano oltremodo: presidente dell’ANPI di Valenza e promotore di iniziative di divulgazione presso le scuole medie inferiori della storia sulla Resistenza partigiana nell’Alessandrino.

Autore di una pregevole opera di memoria denominata la “Banda Lenti”, gruppo di 23 partigiani giustiziati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, e progettista di una scultura, “l’albero della memoria”, esposta nella sede della Direzione Didattica di Valenza e, come se non bastasse, progettista di una “scultura della memoria” dedicata a scrittori martiri del nazismo, in primis Anna Frank.

Tra Giovanni e Bianca, attorniati da ascoltatori attenti, ogni sera per ore e ore prendevano vita i racconti di fatti del passato, e dei loro progetti e iniziative.

Per secondo è arrivato Michele RIZZI, Miki per gli amici.

Un architetto molto socievole e coinvolgente che alcuni anni fa fece la scelta coraggiosa di accantonare il mestiere di architetto per dedicarsi alla sua vera passione, la scultura e la pittura. Con Miki ho socializzato subito (tra artisti ci si intende… un po’ di mio ego che si manifesta in certe situazioni avendo io inventato fin dal 2006 i miei personaggi, che negli anni, tra il serio e il faceto, hanno intrattenuto per numerose serate gli ospiti dell’albergo) e ho approfondito con grande interesse la sua esperienza. La sua arte come scultore in metallo, con impronta futuristica e definita “condensazione e dispersione di materia”, si ispira al grande Alberto GIACOMETTI; come pittore la sua opera è invece “astrazione creata a telaio”.

Quindi, un incontro con due clienti che io considero una rara occasione: ne capita una così ogni due o tre anni. Oltre ovviamente, a Giovanni Bosco che nell’albergo è “l’istituzione”: ovvero, ogni anno con la sua presenza, la sua “verve” e la sua grande e lunga esperienza rinnova sempre una certa originalità molto apprezzata dai clienti con cui viene a contatto o che io stesso cerco di fargli incontrare. Da tenere, altresì, presente che Giovanni Bosco è stato un designer creativo di gioielli per circa 50 anni e un anello da lui disegnato e realizzato è stato regalato da Obama a sua moglie Michelle nel giorno del suo primo insediamento alla casa Bianca. Niente male vero?

Un sabato, a sera inoltrata, ci siamo trovati a chiacchierare io, Bianca Garavelli, Miki, la sua graziosa moglie Patrizia ed il loro figlio Matteo (una promessa del calcio di Torino e d’intorni).
Tutti gli altri clienti si erano ritirati a dormire, compreso Giovanni reduce da una lunga camminata in alta montagna.

Invece tra noi non c’era alcun desiderio di andare a dormire, bensì ho percepito che da parte dei presenti vi era l’esigenza di protrarre la conversazione facendola convergere in qualcosa di particolarmente originale. Quale occasione migliore per me di parlare dei miei personaggi?
Di raccontare la nascita e la vita di Cham in albergo?

Non vedevo l’ora. Spronato da Bianca e da Miki, cominciò il racconto della nascita di Cham (che interpreta il malgaro in cerca perenne della donna della sua vita) e successivamente di Onorata (la senicuda che interpreta la donna saggia dispensatrice di pozioni magiche e prodiga di buoni consigli…ovviamente a pagamento…) e di Porzio (il legionario romano, fondatore di Champorcher, che tutela l’integrità dei clienti dell’albergo).

Sono seguite due ore di intenso racconto, di visioni di filmati delle varie performance attuate negli anni, di riferimento a clienti particolari che hanno fatto la storia dell’albergo: Maria Vittoria “il gatto”, moglie di Cham che ha in corso la richiesta di divorzio; Anna Maria “la volpe”, seconda moglie di Cham; Franca “il grillo parlante”, terza moglie di Cham, Marcello “l’alchimista”; Graziella “la fata turchina”; Denys “il maratoneta, il pescatore, il cacciatore”; Elisabeth “l’attrice di prosa drammatica”; Renata “prima amante di Cham”; Elisa di Torino“, seconda amante di Cham”; Elisa di Varese terza amante di Cham; Rosy di Novi Ligure, quarta amante di Cham; Enrico di Torino, poeta e cantore dei tre personaggi e numerosi altri (musicisti, guide alpine, modellisti, disegnatori, in particolare Monica di Milano e Alberto di Arezzo, sommelier, ecc). Oserei affermare che l’albergo Castello è ricco di storia artistica.

Infine, la curiosità mi ha spinto a visionare sul sito le opere di Miki.

Una meraviglia. Opere mozzafiato. Sono grandi sculture futuristiche ma, nello stesso tempo, contemporanee per la capacità di trasmettere emozioni e parallelismi fra l’arte e la quotidianità, la vita di ciascuno di noi e anche di stimolare fantasie sul nostro futuro.

D’istinto, mi affiorò la seguente riflessione ad alta voce: «certo che una scultura che rappresenti Cham nella sua triade (il malgaro, la donna saggia e il centurione romano) e nel contempo che esprima la vena artistica di Miki, sarebbe una vera chicca per l’albergo e per i clienti!»

Detto e fatto. Miki colse l’appassionata esigenza e con entusiasmo rispose: «Sandro, ci penso io, ho già una prima idea su come verrà la scultura.»

Dopo una quindicina di giorni e qualche scambio di suggerimenti e conferme, telefoniche e via mail, Miki mi portò lo Cham che avevo sempre sognato.
Una scultura meravigliosa, bella, bella e bella.

Uno Cham che esprimeva la magrezza dell’uomo dedito al duro lavoro di montagna (il malgaro), un po’ piegato e consumato dalla fatica, con un’espressione severa e autorevole tipica dell’uomo di comando e di chi sa di vivere la vita del giusto (il centurione romano), con un che di cipiglio orgoglioso tipico dell’uomo di montagna profondo conoscitore dei rimedi naturali per curare e dare sollievo alle proprie genti, sia colpite da malattia, sia torturate dalla convivenza umana (la senicuda).

La sera stessa ricorreva il compleanno di Denys, uno dei clienti istituzione dell’albergo di cui ho fatto cenno sopra. Quale migliore occasione per inaugurare la nuova scultura di Cham?

E come avveniva nei tempi passati, in cui passione e motivazione mi facevano smuovere le montagne, in poche ore ho organizzato una serata che rimarrà memorabile per l’albergo Castello e per i clienti presenti.

L’evento si sarebbe svolto nella sala da pranzo. Perciò al centro della stessa ho collocato la scultura di Cham posizionandola su di un tavolo e coprendola con una tovaglia rossa. In modo tale da destare curiosità nei commensali.

Alla domanda di cosa si trattasse, la risposta è sempre stata la seguente: «al termine della cena vi sarà svelato il mistero!»

Il tutto iniziò dopo aver servito i formaggi (ovviamente, prodotti da Cham. Con lui stipulo ogni anno un contratto di fornitura gratuita di formaggi, a condizione che lo avvisi quando arrivano ospiti in albergo signore “pollastrelle”, potenziali mogli di Cham).

A un tratto, senza preavviso, ho spento tutte le luci e sono entrato in sala con una bella torta posizionata su di un carrello vivande. Un insieme di candeline accese indicavano la ricorrenza del compleanno, quello di Sir Denys. Ho dato voce agli auguri di buon compleanno cui si sono uniti tutti i commensali. È, quindi, seguito lo spegnimento delle candeline da parte di Denys e la lettura da parte mia della sua biografia, ovviamente scritta in modo realistico ma ironico, dando voce ai tre personaggi: Cham, Onorata e Porzio.

Ciascuno di essi ha detto la sua nei confronti di Denys: grande comandante in quanto è presidente dei “leoni del naviglio di Milano” (gruppo di amici appassionati e partecipi a numerose maratone in ogni parte della Terra); grande sportivo (non solo maratoneta, ma anche pescatore e cacciatore); dotato di senso dello humor all’inglese (ha nazionalità inglese oltre che italiana).
E’ venuto, quindi, il momento di inaugurare la nuova scultura di Cham.

Il ruolo di madrina è stato svolto con entusiasmo da Elisabeth, Ely (figlia di Denys e attrice, nonché direttrice di una scuola di teatro in Milano).

Ed ecco apparire la scultura di Cham.

Un attimo di suspense cui è seguito un lungo scrosciare di applausi. Quindi, strette di mano, congratulazioni all’artista (Miki), congratulazioni all’ideatore (io), congratulazioni alla musa ispiratrice (Bianca) e congratulazioni alla cuoca dell’albergo (Claudia) che per l’occasione ci ha confezionato manicaretti succulenti e una torta di mele ranette valdostane di rara delizia.
Non nego che il mio, il nostro orgoglio (il mio e quello di Miki) si mise a vagare più in alto delle stelle.

E ora la nuova scultura di Cham è collocata in un angolo strategico della sala da pranzo, di fronte alla prima scultura, in modo tale che possano tra di loro dialogare e trasmettere nuove energie e nuovi stimoli a tutti noi, per dare continuità a una meravigliosa avventura che iniziò nel giugno del 2006.

Un ringraziamento affettuoso a tutti i clienti dell’albergo, in modo particolare ai bambini.
E alloraaa, pelandroniiii?